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taglio tassi e soft landing. Molto difficile

05.01.2024

La botte piena e la moglie ubriaca è un'aspirazione di tutti e, come si è visto, anche della finanza. Gli ultimi due mesi sono stati un bellissimo circo nel quale la crescita delle borse e la riduzione dei rendimenti è stata notevole e fondata sulla massima aleatorietà. Interpretazione esclusivamente positiva delle parole di Powell e valutazioni di alcuni dati in modo superficiale e senza memoria storica. Il grafico del nostro {{177|FTSEMIB}} è abbastanza indicativo della crescita avuta.


Nel grafico si può verificare come ci si trovi, a livello tecnico, in corrispondenza di una forte resistenza delimitata dalla trend line ribassista di lungo periodo partita dai massimi del 2000.
Ma in settimana ci sono stati i dati sull'inflazione europea in aumento e le minute della FED che hanno specificato più la parte negativa che il mercato non aveva assolutamente considerato. Nelle minute si fa riferimento ai possibili tagli di tassi, ma si dichiara che la politica restrittiva dovrà essere mantenuta ancora a lungo. Subito reazione dei rendimenti fortemente al rialzo e inizio di storno delle borse.
Forse è meglio ritrovare equilibrio nelle situazioni e comprendere le minute della Fed. Questo grafico dell'inflazione storica negli Usa è conosciuto bene dalla Fed e da Powell che più volte ha fatto riferimento al periodo indicato. 

É evidente che dopo il forte rialzo nel 74 (guarda caso al 12%) ci fu un calo per un anno circa che ridusse l'inflazione ad un terzo.


In quest'altro grafico sono rappresentati i tassi di interesse nello stesso periodo. Se confrontiamo i due grafici possiamo notare come ai primi segnali di calo dell'inflazione si abbassarono anche i tassi di interesse.
Fu proprio l'impazienza e il non attendere l'adeguamento e il consolidamento del sistema ad un'inflazione più bassa che creò la ripartenza dell'inflazione stessa verso livelli ancora più alti e con una rincorsa continua nel rialzo dei tassi per restare al passo con l'aumento dei prezzi. Questo terminò solo con il drastico rialzo dei tassi di Volker al 20% che provocò una forte recessione e la definitiva vittoria sull'inflazione.
Ecco perchè è veramente come credere alla befana pensare che sia finito tutto e che nel breve termine si possano avere forti tagli dei tassi, inflazione vinta ed economia in netta ripresa. É praticamente assurdo.
Ancor di più se guardiamo quest'altro grafico riferito al manifatturiero europeo. 

Come si può vedere, le borse europee sono salite ma, già dal 2022, il grafico ci dimostra che l'economia e il manifatturiero sono andati in difficoltà restando sotto il limite di demarcazione di 50 al di sotto del quale significa che si è in contrazione economica. Aggiungiamo anche che il PIL non è sempre rappresentativo dell'economia reale e della verità. Così come lo {{166|S&P500}} è cresciuto con una decina di titoli su 500 anche nell'economia il pil spesso è fatto da una minoranza con la maggioranza che resta in sofferenza.
Quindi, la strada è ancora lunga. Uno storno ora è salutare e fisiologico e poi sarà tutto da vedere. Un anno particolare perchè oltre alle guerre in atto, soprattutto, in medio oriente vi sono rischi elevati di allargamento del conflitto, avremo il 60% del PIL mondiale che andrà ad elezioni. Europa, Gran Bretagna e gli Usa. La storia ci insegna che nell'anno delle elezioni (soprattutto Usa) politica e banche centrali fanno di tutto per aumentare gli squilibri economico-finanziari purchè l'anno non abbia scossoni particolari e si rimandino i problemi all'anno successivo. Vedremo se sarà così anche questa volta. Intanto, a mio parere, è meglio non buttarsi a capofitto in borsa perchè non sarà un anno eccezionale come hanno raccontato in molti, ma, probabilmente, nemmeno catastrofico. Guerre a parte.


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