Le azioni dovrebbero continuare ad essere preferite sui mercati
La settimana scorsa è stata caratterizzata dalle aspettative di Jackson Hole, le aspettative di una riunione nella quale avrebbero parlato i banchieri centrali, quindi Powell e Lagarde; in effetti hanno parlato e, a mio parere, non c'è stato nulla di nuovo, hanno confermato la loro politica, la loro strategia e la loro modalità operativa, quindi i tassi continuano a mantenersi elevati, non si abbasseranno, l'inflazione resta alta, l'obiettivo è il 2%.
I salari, diceva Powell, restano decisamente alti e sappiamo che l'obiettivo della Fed e delle banche centrali resta sempre il 2% e una caduta dei salari. É ciò che ritengono necessario per l'abbassamento dell'inflazione, quindi prossimamente guarderanno sempre di più i dati, saranno cauti. Questo ha portato ad avere aspettative di mercato, giusto o sbagliate che siano, in percentuali molto elevate, circa l'80% degli analisti pensa che la prossima riunione delle banche centrali porterà ad un nulla di fatto.
Ci si aspetta un rialzo dei tassi nei prossimi mesi, probabilmente entro novembre dello 0,25, ma ci si attende una fermata a settembre. Questo cosa comporta?
Comporta che evidentemente l'azionario sarà ancora da preferire, nonostante le difficoltà economiche, nonostante gli utili quest'anno tendano a un aumento pari a zero, e non sarà ancora l'obbligazionario a ripartire, ma l'azionario. L'azionario dovrebbe essere il comparto nel quale si concentrerà la liquidità e l'operatività dei vari operatori finanziari, questa è la situazione.
Uno scenario che resta ancora ambiguo, che resta difficoltoso perché comunque i dati macroeconomici sono negativi in Europa, e in America l'economia è resiliente, anche se con tante contraddizioni, con un misto di alcuni elementi decisamente negativi ed altri che misurano una forte tenuta. Come hanno detto più volte negli ultimi mesi i banchieri centrali, si guardano i dati, si avanza un passo alla volta, si guarda giorno per giorno quella che è l'evoluzione, siamo in territori inesplorati con l'aggiunta di una difficoltà dell'economia cinese le cui conseguenze commerciali e finanziarie a livello mondiale saranno da scoprire; così come le ultime decisioni di allargamento dei BRICS a molti paesi che comunque prima erano, perlomeno alcuni di loro, collegati all'Occidente.
Ci sono tante variabili sui mercati e nel mondo anche a livello geopolitico che costrigono ad attendere gli accadimenti nel futuro. Allo stato attuale non si vede un forte crollo dell'economia e non si vede un forte crollo nell'imminente dei mercati azionari.