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Previsioni: quanto durerà

22.03.2020

La recessione è una certezza, ma la ripresa è contrastata

Dopo la sbornia dovuta, dopo una sottovalutazione del problema, alla rincorsa a scontare l'incidenza a livello economico degli effetti del virus, ci si ferma, forse, un attimo, per fare il punto della situazione.Caos, discesa repentina, intervento monetario delle banche centrali con importi monster (a debito ovviamente) e, ora, valutazione della situazione.Il terremoto provocato da questi eventi ha spazzato via in un baleno tutte le analisi e i parametri su cui ci si era basati. Da una crescita mondiale vicina al 3% si è passati ad una recessione globale già, in essere, di qualche punto percentuale nell'arco di un mese.Recessione del 1° trimestre intorno al 12-14% nel primo trimestre in Italia con un -4-6% su base annua, una recessione del 5% in Euroa per il 2020 e del 12-14% negli Usa nel primo trimestre e del 3-4% per l'anno. Si potrebbe continuare anche con altri dati sulla produzione, sulla fiducia, ma resta il fatto della recessione che si avrà. E questi dati potrebbero peggiorare se la durata della situazione di fermo dovesse allungarsi.Ma sono le aspettative che possono cambiare lo scenario a tenere banco; aspettative che possono migliorare o peggiorare la recessione o portare ad una ripresa più o meno veloce.Gli interventi monetari sono visti dai mercati positivamente non perchè siano incisivi nel contesto attuale di ampliamento della diffusione del virus durante il quale l'economia si è fermata, ma perchè consentiranno il supporto necessario nel momento in cui sarà dichiarata la fine dell'emergenza e si dovrà ripartire. Mentre a poco o nulla servono nel momento in cui le strade sono vuote e i movimenti di merci e persone sono annullati.
La vera scommessa è sulla previsioni della durata di questa situazione. E qui, alcune divergenze di opinione, basate comunque su una bassa conoscenza del fenomeno e delle sue implicazioni, esistono e comportano differenti scenari.
La differenza è semplice: c'è chi dice che a giugno finirà tutto e si ripartirà e chi, invece, sostiene che ci vorrà più tempo. Diverse valutazioni. I primi sono iperottimisti e pensano che finisca tutto veleocemente e che non ci saranno traumi psicologici nelle persone. Sono convinti che tutto riprenderà dove da ci si è fermati come se nulla fosse e, anzi, ci potrebbe essere una positiva euforia dopo lo schock subito.I secondi credono, invece, che il problema perduri per un periodo più lungo, fino all'estate o anche oltre. Che lascerà una situazione psicologica ed economica tale da non consentire una ripresa così veloce. Le perplessità portano all'idea che il supoeramento degli effetti del virus richiederanno più tempo; e, quindi, l'economia resterà penalizzata a lungo.Difficile stabilire, ad oggi, chi possa aver ragione.La mia opinione è che vedo difficle che possa essere realmente così breve, ma soprattutto, che si possa ricominciare con una sorta di boom della produzione e dei consumi come se tutto ciò che sta accadendo si dimenticasse e non lasciasse traccia.Forse, come sostengono molti, cambierà le nostre abitudini e il nostro approccio ai consumi; è plausibile.Ma proprio perchè siamo su un terreno sconosciuto, di cui si conoscono poco gli effetti sia economici che psicologici è difficile fare previsioni sulla ripresa, sulla disoccupazione, sulle risorse e sul debito di ogni paese.Il fatto che colossi come BMW, Adidas e altre ancora, affermino di non essere in grado di stabilire proiezioni per quest'anno è significativo delle difficoltà nell'interpretare l'attualità e il futuro.
Se guardiamo ai leader politici possiamo notare che le loro previsioni arrivano a questa estate, quindi almeno un trimestre e mezzo; e anche questo è un dato da consideraree che ha delle implicazioni.La settimana prossima saranno comunicati gli indici di fiducia di molti paesi e aiuteranno a fornire delle indicazioni sulle aspettative del mondo economico. E non solo.


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