La crisi dal lato dell'offerta; Ecco perchè è diversa
Questa volta è diverso è stato il titolo di un bel libro di due
famosi economisti (Rogoff e Reinart) scritto subito dopo la crisi del
2008. Il titolo era ironico per stigmatizzare come, ogni volta, si
dicesse che fosse diverso, ma in effetti, erano sempre gli stessi
meccanismi che si verificavano durante tali eventi.
Oggi, invece, è veramente diverso.
Politici, esperti, la gente comune, i risparmiatori sembrano tutti
ragionare e pensare nello stesso modo di altre crisi che periodicamente
si ripetono.
Ma questa crisi è
differente per 2 motivi fondamentali;
2 motivi che stravolgono ciò che è sempre stato e rendono inutili alcune azioni che, seppur necessarie, risultano ininfluenti.
Il primo motivo
è che rispetto alle altre crisi che sono state di tipo
economico-finanziario e nascevano dall'interno del sistema con
caratteristiche ben identificate, questa volta l'abbrivio è arrivato da
un elemento esterno e non riconducibile ai fattori economici e
finanziari
Il secondo motivo, conseguenza del primo, ma fondamentale per rendere unica questa crisi, è che il problema si trova dal lato dell'offerta.
Normalmente
le crisi hanno come punto centrale un calo della domanda: calano i
redditi, i consumi e la produzione e l'offerta si deve adeguare
riducendo le quantità, il fatturato e i dipendenti. Una catena ben
chiara. Le quantità di denaro che vengono immesse sul mercato dovrebbero
aiutare a recuperare e ricostituire quella domanda che è andata persa
durante la difficoltà.
La crisi dell'offerta cambia tutti i paradigmi.
Scuole chiuse, aziende chiuse, commercio chiuso, confini chiusi,
impossibilità di muovere merci e persone creano una crisi dell'offerta. E
senza precedenti. Con conseguente produzione che si blocca, flussi
finanziari che si annullano, consumi fermi, la voro che si perde e PIL
in picchiata. Il FMI 1000 miliardi, la FED 700 miliardi, ma le borse
scendono e non intaccano minimamente il trend al ribasso, anzi, sembra
lo facciano aumentare.
In una crisi di offerta,
l'immisione di denaro serve a poco. Certo, aiuta a mantenere chi si
trova senza liquidità e con difficoltà nel sostenere i pagamenti, ma non
ferma il calo economica e non aiuta la crescita. Per meglio
comprendere, con un esempio, sarebbe come dare dei soldi a proprio
figlio per andare ad acquistare un vestito o delle scarpe con il
problema che nessun negozio è aperto, che nessuno vende e anche su
internet, con i trasporti attuali non sai se e quando arriverà.
Ma
tutti continuano a stampare soldi, perchè non sanno cosa fare. come
afrontare una situazione che costringe ad operare su un terreno
sconosciuto.
La crisi da mancanza di offerta può essere devastante.
Cambia i rapporti economici, politici, commerciali. Non sai di preciso
come cambierà la geografia politico-economica, quali paesi resisteranno,
chi saprà risollevarsi e chi invece non ce la farà. Recessione, crollo
del PIL, perdita di lavoro. Non se ne conosce la durata, la sua
evoluzione e, alla fine, quanto si sarà realmente perduto. Per non
parlare del sistema bancario che rischia il tracollo. E non ultimo un
costoso sistema sociale da tenere in vita.In
una crisi d'offerta, anche nel momento in cui finisse la causa che lo
ha generato, il recupero non è scontato; non si ricomincia da dove ci si
è fermati. Cambia il mondo. Cambiano i paradigmi, i presupposti.Cambiano
anche le modalità. I consumi non tornano immediatamente quelli
precedenti alla crisi, come se nulla fosse successo. E molte aziende non
ci saranno più, molti resteranno senza lavoro.I primi dati usciti che scontano l'effetto crisi da offerta sono emblematici:
CINAProduzione industriale a febbraio da +6,9% a -13,5%Vendite al dettaglio da +8% a -20%Tasso di disoccupazione da 5,2% a 6,2%
USA Indice NY Empire State da +12,9 a -21,5
GERMANIA Indice dello ZEW tedesco sul sentimento dell'economia da +8,7 a -49,5
EUROPA Sentimento di fiducia europeo da +10,4 a -49,5I
mercati anticipano sempre il futuro. Ed è questo futuro devastante che
stanno scontando. Un futuro che avrà una crisi, come detto da molti,
lunga e profonda.
Una crisi nella quale non si intravede
la via d'uscita; si è su una discesa ripida senza che si sappia dove sia
la fine e senza che si possa tradurre in numeri, quindi quantificare,
il danno che ne deriva. Senza sapere come e dove si toccherà il fondo e
cominciare a rialzarsi.
Ecco perchè il basso
delle perdite può non essere abbastanza basso ed ecco perchè finchè non
sarà visibile un quadro che faccia comprendere o ipotizzare una fine e
una azione che faccia intuire che si ha il controllo della situazione
sarà difficile. al dilà di qualche rimbalzo, poter vedere le borse
risalire.